Acquistarne un paio per molti può rappresentare la necessità del momento, per altri può significare la ricerca di un semplice accessorio da abbinare ad un abito da cerimonia, per altri ancora un momento di puro shopping.
Ma non per lui.
Per Salvatore Ferragamo la scarpa è stato l’inizio del tutto, della sua passione della sua sperimentazione, della sua vita.

Nato il 5 giugno 1898 a Bonito, un piccolo centro dell’Irpinia, la sua è una famiglia numerosa, di agricoltori.
Il lavoro e la fatica sono tanti, ma le entrate sempre troppo poche, talmente poche da non consentire al piccolo Salvatore di proseguire oltre la terza elementare e così, a nove anni, è costretto a trovarsi un mestiere: inizia quello di calzolaio e si incanta a guardare la maestria del suo primo datore di lavoro.

Quando arriva il giorno della Prima Comunione delle sue sorelline, non ci sono soldi per acquistare due paia di scarpe bianche: le realizzerà Salvatore e saranno le sue prime scarpe.
Alla bottega di Mastro Luigi fa di tutto, ma dopo la morte improvvisa del padre è costretto a lasciare il suo paese d’origine per recarsi a Napoli, città nella quale, nonostante le prime difficoltà, impara tutto sulla scarpa artigianale perché, come Salvatore amerà spesso dire di sé stesso: “In una vita precedente ero un calzolaio”.
Tornato poi a Bonito, apre un negozio tutto suo e ha successo, ma il 24 marzo 1915 è sul piroscafo Stampalia diretto da Napoli a New York: la cabina a sei posti dove viaggerà è sporca e maleodorante e il 7 aprile, dopo i necessari controlli a Ellis Island per entrare negli Stati Uniti, sbarca a New York.
Si traferisce a Boston, impara subito l’inglese, poi va a Santa Barbara, in California, dove aprirà un suo negozio che si affollerà di personaggi famosi.
Comincia a studiare l’anatomia umana e tre-quattro volte la settimana percorre 60 chilometri per assistere alle lezioni.
Nel 1926 torna in Italia e dal 1927 è a Firenze.
E proprio di questa città comincia ad apprezzare l’antica tradizione della lavorazione della paglia, sviluppatasi già nel 1700. E così alle famose “paglie” di Firenze, i cappelli che i turisti portano a casa come souvenir, ora si affiancano anche le tomaie per le scarpe estive create da Salvatore Ferragamo.
L’acquisto di Palazzo Spini Feroni a Firenze, poi la Seconda Guerra Mondiale, i brevetti depositati e l’estate del 1947, quando Salvatore è chiamato a Dallas per ricevere l’Oscar della Moda.
Fin dai suoi esordi la passione di Ferragamo per le scarpe incontra il mondo del cinema.

E moltissime saranno le dive che si rivolgeranno a lui per le sue creazioni, e neanche la malattia riesce a spegnere il suo ottimismo, tanto da fargli scrivere :” E se non sarà con questo corpo vuol dire che compirò la mia missione con un altro. Tutti viaggiamo nel flusso di un’eterna marea. Un eterno scorrere che non avrà mai fine”.

Questa, in pochissime righe, la vita di Salvatore Ferragamo al quale è dedicata una retrospettiva, inaugurata il 26 ottobre 2023 e prorogata due volte e visitabile fino al 6 aprile 2026. Una mostra sul genio di Ferragamo, un percorso museale durante il quale si è proiettati nelle sue origini, nel suo cuore, nella sua maestria, nell’intuizione di un artista che, partendo dall’osservazione della natura, creava le proprie opere d’arte, usando, oltre ai classici pellami, anche materiali naturali come il sughero, la canapa, il fustagno, la paglia.

In una Sezione della Mostra, dal titolo Equilibrio e Anatomia, è esposto l’archivio delle forme dei piedi delle clienti più famose e realizzate dallo stesso Ferragamo che, nel corso degli anni, depositò i suoi brevetti presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma.

La Sezione Nuovo Rinascimento rappresenta un felice e riuscito parallelismo tra l’arte di Ferragamo e il suo intuito che ricorda la creatività degli artisti rinascimentali e, a dar forza a tale parallelismo, una creazione unica, alla quale è dedicata un’intera Sezione della Mostra: custodito sotto una teca, il sandalo in oro 18 carati nato dal genio di Ferragamo in collaborazione con gli orafi del Palazzo dell’Oro, vicino Ponte Vecchio a Firenze.
La retrospettiva termina con il tuffo più glamour: quello dedicato alle dive, alle principesse, alle donne impegnate nei vari settori, accomunate dal desiderio di vedere ai propri piedi le creazioni di Ferragamo.

Si va dalle dive internazionali come Marlene Dietrich, all’esuberanza della cantante e attrice Carmen Miranda, dalla sensuale Ava Gardner all’eterea Audrey Hepburn, ma non mancano le principesse come Grace Kelly e le nostrane Anna Magnani e Sophia Loren.

E poi, ecco arrivare lei: Marilyn Monroe.

Le sue décolleté, realizzate da Ferragamo, hanno fatto storia e sono diventate il simbolo della sua sensualità senza tempo. Anche grandi artiste come Georgia O’Keeffe e Palma Bucarelli sono state illustri clienti di Ferragamo il quale, da un piccolo paese, ha saputo esportare, in tutto il mondo, il suo genio e la sua maestria, condensate nella Mostra a Firenze “Salvatore Ferragamo 1898-1960”: un inno alla creatività italiana, alla passione che non conosce né limiti né confini, ai sogni che possono realizzarsi, se ci si crede fermamente, proprio come ci ha creduto Salvatore Ferragamo.
Alessandra Fiorilli