Lui è ancora lì.
Lo si percepisce.
Chiunque abbia o abbia avuto il privilegio di visitare la Casa Museo di Luciano Pavarotti, appena varcato l’ingresso, si renderà immediatamente conto di riuscire a guardarla con gli occhi del Maestro.

E quando la visita sarà terminata, si amerà quella casa con la stessa intensità con la quale l’ha amata e fortemente voluta Big Luciano, il quale ne ha curato personalmente l’ideazione e coloro che sono stati coinvolti nella realizzazione, dai fabbri ai falegnami, dagli intagliatori ai decoratori, hanno saputo perfettamente rendere concreti i suoi desideri.
La sua gioia di vivere, la sua semplicità, nonostante la grandezza universalmente riconosciutagli, sta anche in quelle camicie a fiori, ora esposte, e che sono diventate il suo simbolo, tanto quanto il frac che fa bella mostra di sé in una teca all’interno del Salone.

E proprio in questa stanza, dalla quale inizia l’emozionante visita, il Maestro era solito trascorrere gran parte del suo tempo e quello che maggiormente colpisce sono gli oggetti di vita quotidiana e custoditi sotto una teca…una vita che amava trascorrere non solo con la sua famiglia ma anche con gli amici: e così troviamo le carte italiane, il suo basco scozzese, i suoi occhiali.

Il Maestro amava la luce, e non è un caso che il grande lucernaio, posto al piano superiore, è stato fortemente voluto da Pavarotti, cosicché l’alba avrebbe potuto inondare la sua amatissima casa fuori Modena. Proprio in questa stanza sono custodite i riconoscimenti avuti nel corso della sua lunghissima carriera: se ne contano più di 500.


Poi ecco arrivare la stanza più intima, quella nella quale custodiva le foto delle persone a lui più care: la camera da letto che lo ha visto esalare l’ultimo respiro il 6 settembre 2007.
C’è poi una parte della casa dedicata al Pavarotti grande ed insuperabile artista, dove sono esposti alcuni dei suoi abiti di scena: e qui tutto il suo carisma, la sua timbrica forte e pulita, sembra abbracciare il visitatore.

Il secondo piano è dedicato interamente alle testimonianze fotografiche e documentali della sua carriera: oltre che nei teatri del mondo più famosi, si è esibito, per portare la lirica fuori dagli schemi tradizionali, anche al Central Park di New York o sotto la Torre Eiffel di Parigi.

E come dimenticare l’esibizione de “I Tre Tenori” che lo videro protagonista insieme ai suoi amici e colleghi Placido Domingo e Jose Carreras: il loro modo di stare sul palco, di guardarsi con complicità rimarrà nella storia della musica.
Una stanza del percorso espositivo è poi interamente dedicata ai ringraziamenti, giunti da ogni angolo della terra, per tutto quello che di grande e bello Pavarotti ha realizzato, sempre con grande professionalità, passione e con il suo contagioso sorriso.
Il mondo intero lo ha amato e dal Maestro è stato riamato, anche grazie al “Pavarotti and friends”, che ha visto coinvolti, a partire dalla prima edizione tenutasi nella sua Modena, decine e decine di artisti internazionali, che appartenevano ai generi più diversi: dalla lirica al pop, al rock alla musica leggera e tutti uniti nel nome di iniziative benefiche.
Il cuore sobbalza ed il respiro sembra spezzarsi quando, terminata la visita, ci si avvia verso la Casa dei Giochi di Alice, pensata per la figlioletta e che ancora custodisce i suoi pupazzi e i giochi.

E quando ci si allontana da quel luogo, denso di amore per la famiglia e per la musica, ci si volta un’ultima volta e così, si ha la conferma di quello che si era avvertito all’inizio della visita: Luciano Pavarotti è ancora lì.
Alessandra Fiorilli