E’ da sempre la civiltà antica che maggiormente affascina, per la sua cultura, le sue scoperte astronomiche, le monumentali opere architettoniche, le sue divinità antropomorfe, il culto dell’aldilà.

E chissà quanti, se ne avessero la possibilità, chiederebbero, ad una fantomatica macchina del tempo, di venir catapultati nell’Antico Egitto…di fronte all’irrealizzabilità di una tale aspirazione, c’è, però, una valida alternativa: decidere di andare a Torino e di varcare il civico 6 di Via Accademia delle Scienze.
È da qui che si realizza il sogno di poter entrare in contatto con la terra dei Faraoni, in un percorso che si snoda lungo 4000 anni, attraverso i 40000 reperti custoditi, 3300 dei quali sono esposti lungo il percorso che si articola nelle 15 sale disposte sui 4 piani del palazzo barocco “Collegio dei Nobili”.

E così, entrando nel Museo Egizio di Torino, il secondo più grande al mondo, dopo quello de Il Cairo, sala dopo sala, lungo i due chilometri dello spazio espositivo che si estende per 10000 metri quadri, si avverte forte il privilegio di poter viaggiare attraverso i secoli, anche senza l’ausilio di una fantomatica macchina del tempo.

L’Antico Egitto è tutto lì: le statue, i papiri, i sarcofagi, gli oggetti di vita quotidiana che rapiscono l’attenzione, affascinano, annullano la dimensione attuale perché, per tutta la durata della visita, ci si sente davvero parte di una delle società antiche maggiormente affascinanti ed apprezzate

Nel percorso museale si possono ammirare alcuni tra i simboli della cultura e della società egizia: i sarcofagi, che avevano la funzione di custodire il corpo imbalsamato del defunto.

Una della Sale più spettacolari è sicuramente la Galleria dei Re che ospita grandi sculture di faraoni e divinità, statue, queste, rinvenute nel complesso templare di Karmak e Tebe (l’attuale Luxor) nel 1817-1818.

La luce all’interno della Galleria dei Re è frutto di una scelta accurata: le Sfingi, poste all’entrata, sono illuminate quasi a ricordare la luce del sole della terra egiziana, mentre le statue dei Faraoni sono in penombra, creando, così, un ambiente più solenne e raccolto.
Dal 1824, anno della sua apertura, il Museo Egizio di Torino ha saputo e voluto continuare il suo percorso, non solo in termini di quantità degli oggetti esposti, ma anche nel campo della ricerca, diventando un punto di riferimento importante per la comunità archeologica mondiale.
A testimonianza dell’attiva internazionale che il museo svolge, negli anni Sessanta, fu chiamato alla campagna per il salvataggio dei templi della Nubia, che, dopo la costruzione della diga di Assuan, avrebbe rischiato di essere sommersi dal lago Nasser. Il Museo di Torino rispose a questa chiamata e, in segno di riconoscenza, il governo egizio donò all’Italia il tempio di Ellesija , oggi visitabile nelle Sale del Museo. Il reperto, dopo un’accurata ricostruzione, fu presentato, nel capoluogo piemontese, nel 1970.

Nel 2015 ha, invece, partecipato alla missione di scavo congiunta italo olandese a Saqquara e, sempre nello stesso anno, e per i quattro successivi, si è provveduto al restauro di oltre 1100 reperti.
Il Museo Egizio finanzia anche progetti di ricerca, ed esso stesso è costantemente impegnato con le istituzioni museali di tutto il mondo. Essendo particolarmente sensibile alla divulgazione scientifica destinata ai più piccoli, ogni anno accoglie più di 100000 ragazzi delle scuole italiane.
Nel 2020, l’anno della pandemia, le porte di via delle Accademie delle Scienze al civico 6, sono rimaste sprangate per 180 giorni, ma proprio durante i mesi di chiusura forzata, il Museo ha voluto mantenere vivo il contatto con i tanti suoi estimatori, attraverso, ad esempio, “Le passeggiate del direttore”, una campagna da remoto, lanciata a marzo 2020 e seguita complessivamente da quasi 2 milioni di utenti.
Conclusasi la parentesi pandemica, il Museo ha saputo superare sé stesso e nel 2024 ha accolto più di un milione di visitatori.
E quando la visita al Museo si conclude, non si sente più il desiderio di disporre di una fantomatica macchina del tempo per andare a visitare gli antichi Egizi… perché loro abitano lì, a Torino, in Via delle Accademie delle Scienze, al civico 6.
Alessandra Fiorilli