I racconti di Mila e Pila. 1 Gennaio: il saggio camino-1° Parte

Ieri sera abbiamo visto da lontano i fuochi d’artificio che hanno fatto giù al paese.

E mentre abbiamo brindato ci siamo guardate negli occhi, promettendoci che niente avrebbe potuto dividerci, perché il nostro amore è più forte delle distanze, delle masse oceaniche, dei cieli solcati dagli aerei.

Eppure lo sappiamo entrambe che è difficile vivere separate a migliaia di chilometri di distanza però, delle volte, per non soffrire troppo, riusciamo a convincerci che sia proprio così.

Invece no, l’amore ha bisogno di abbracci, di baci, di coccole, l’amore è la quotidianità che diventa mai routine, l’amore è la prima colazione consumata insieme, il perfetto incastro tra la pasta che cuoce e la tavola che, nel frattempo, viene apparecchiata.

Ma dobbiamo sottostare alla legge del più forte, e in questo caso i più forti sono i miei genitori, dai quali tornerò domani.

Domani…è già di tempo di partenze, è già tempo di saluti.

Ma non voglio rattristarmi ancora, la nonna ed io ancora abbiamo l’intera giornata da trascorrere insieme.

Mi precipito giù in cucina ed è già al lavoro davanti ai fornelli.

Sta preparando la lasagna con tante polpettine e filante mozzarella, il pollo ripieno con le patate al forno.

Ha cucinato, durante queste festività natalizie, con la stessa passione e lo stesso amore di quando c’era anche il nonno, il papà e la mamma.

I racconti di Mila e Pila. 31 dicembre: il monopattino in legno e quello d’allumino- 5° Parte

 Hai ragione tu, io sono malmesso e non bello e perfetto come lo sei tu, ma ho tanti ricordi, ricordi di momenti di unione, di amicizia, di aggregazione.

Io nasco dalla volontà di un gruppo di bambini di divertirsi, nelle lunghe giornate estive, con poco. E allora ecco che il figlio della signora Mila disse ai suoi amici che era arrivato il momento anche per loro, di diventare degli inventori.

Pensarono di costruire un monopattino, e il materiale necessario l’avrebbero chiesto un po’ al falegname, un po’ al meccanico.

Qualche pezzo di legno, tre cuscinetti e voilà: ecco il monopattino pronto a sfrecciare per la discesa che dalla vallata porta giù al paese. Quanta gioia nei loro occhi e quanta soddisfazione nel vedere la loro opera completata con tanto ingegno e maestria!

Facevano a gara a scendere giù e si cronometravano a vicenda.

L’estate, quell’anno passò in fretta, anche grazie a me.

Poi, un giorno si accorsero che erano cresciuti un po’ troppo e con grande dispiacere mio e loro, finii nella cantina della signora Mila.

Quando sono triste, penso alla gioia che sono riuscito a regalare e mi torna il sorriso.

Ecco, ora puoi pure parlare”, disse il vecchio monopattino al nuovo mente si stava asciugando qualche lacrima.

Ma il nuovo monopattino stranamente non replicò nulla, si limitò solo ad abbracciarlo.

Poi si scusò per il suo atteggiamento pieno di boria e mettendosi in un angoletto gli chiese se poteva raccontargli qualche storia, proprio come fanno i nonni con i nipoti.

Ma soprattutto gli chiese di trasmettergli un po’ di quell’amore che ancora serbava dentro di sé, quando ricordava quei giorni d’estate trascorsi insieme ai ragazzi del paese.

 

I racconti di Mila e Pila. 31 dicembre: il monopattino in legno e quello d’alluminio-4° Parte

“Cosa c’è che non va, di cosa stai lamentando??” gli chiesi.

“Signora Mila, non faccia finta di non sapere che proprio sopra la mia testa, c’è un monopattino ultra-moderno che si sta dando un sacco di arie. L’ho sentito, sa ieri sera mentre si vantava!”

“Che cosa posso fare per te?” gli dissi.

“Portarmi sopra dal monopattino perché voglio proprio fare due chiacchiere con lui!”

Non seppi di no davanti alla sua richiesta e così presi il nuovo monopattino e lo portai nella sala, vicino al vecchio.

“Ma che fai, non sai che è da maleducati origliare?” disse il monopattino d’acciaio a quello di legno.

“E’ ancor più da maleducati vantarsi!” rispose il vecchio.

“Siamo in democrazia ed io dico ciò che voglio!”!

“Tu potrai pure dire ciò che vuoi ma quello che dici deve avere un senso!”

“Mica butto parole al vento io!”

“ E invece credo proprio di sì! Ti ho sentito, sai, mentre stavi lodando la tua scocca in alluminio e il fatto che riuscivi a dare tanta felicità ai bambini!”.

“Lo vedi, lo vedi che ho ragione. Quindi, secondo te, con me non si divertivano?”.

“Non lo so…” disse ciò mentre il monopattino d’alluminio si stava lucidando lo sterzo cromato.

“Ma guarda un po’ come sei screanzato! Ma cosa dici se non le cose non le sai. Mettiti qui vicino a me e ascolta, senza interrompermi, la storia che ti racconterò.

I racconti di Mila e Pila. 31 dicembre: il monopattino in legno e quello d’alluminio-3° Parte

La nonna afferra dolcemente quel vecchio gioco di legno e accarezza, una a una tutte le parti di cui è fatto: su ogni parte c’è l’ingegno di mio padre, la sua ricerca di pezzi, le sue richieste al falegname per avere il legno, al meccanico per avere i cuscinetti.

E riflette: sì, la nonna riflette sui tempi andati, sull’infanzia di suo figlio, che ora è lontano ma che comunque è felice perché il suo lavoro gli piace così tanto.

Capisco che ha bisogno di un abbraccio ma lei, ancor prima del mio gesto, si trasforma della signora Mila per scacciare via quel velo di nostalgia.

“Signora Pila, non sa cosa mi hanno combinato questi due monopattini un po’ birbantelli!” dice la nonna.

“Mi racconti signora Mila sono proprio curiosa!” rispondo a tono.

La storia fantastica inizia così.

“ Proprio qualche giorno fa, mentre ero intenta a fare un po’ di pulizie nella cantina, sento una vocina un po’ indispettita dire queste parole:

“ Va dicendo che è bello, cromato, veloce, sicuro…che impertinente!”

Incuriosita, mi avvicinai agli oggetti custoditi in cantina, e notai che era il vecchio monopattino a parlare.

I racconti di Mila e Pila. 31 dicembre: il monopattino in legno e quello d’alluminio-2° Parte

“Nonna…”

“Ludovica, sai che non si parla con la bocca piena…”.

Ingoio quel delizioso boccone ricco di candidi e uvetta e, mettendomi vicino a lei per godere di quello spettacolo che la nonna offre quando è in cucina, le dico che non ho avuto neanche il tempo, in queste settimane trascorse al casolare, di tirar fuori quel monopattino cromato, che la mamma mi ha regalato poco prima di partire per l’Italia.

“ Vai in camera, allora, e fammi vedere come sei brava. Ma non credo proprio che potrai superare tuo padre…” lascia questa frase volutamente a metà per solleticare la mia curiosità.

“Mio padre, perché anche lui andava sul monopattino?” le chiedo corrugando la fronte.

“Certo, Ludovica, ed era velocissimo ma anche molto attento. Pensa che in tanti anni non è mai caduto, non si è mai sbucciato le ginocchia!” continua la nonna.

“Accipicchia…ed io che l’ho sempre immaginato, sin da piccolo, chiuso dentro un laboratorio…” dico mentre cammino su e per giù per la sala.

“Vai giù in cantina Ludovica. Appena entri, sulla sinistra c’è un piccolo aggeggio di legno, prendilo e torna su”.

Non me lo faccio ripetere due volte e dopo qualche minuto entro trionfante con quest’antico monopattino di legno, frutto della fantasia e dell’ingegno di mio padre.

Non posso resistere, vado su in camera mia e prendo anche il mio di monopattino, quello che la mamma mi ha regalato.

I racconti di Mila e Pila. 31 dicembre: il monopattino in legno e quello d’alluminio- 1° Parte

 

Si avverte già nell’aria il desiderio di tutti di iniziare un nuovo anno, di dare l’addio a quello vecchio e di stilare un resoconto dei 365 giorni appena trascorsi.

Il signor Luigi, che ci ha già portato dell’ottimo pesce in occasione della Vigilia di Natale, è già passato nuovamente per casa nostra perché quando scendo giù in cucina, la nonna sta imbottendo di mollica di pane, di capperi, di olive e di pomodorini le deliziose seppie che odorano di mare.

“Nonna, per primo c’è sempre il prelibato piatto di spaghetti allo scoglio?” le chiedo con l’acquolina in bocca.

“Stamattina non mi saluti neanche?” mi dice la nonna.

“Scusami!” e così dicendo l’abbraccio forte e le do un bacio lunghissimo sulla guancia.

“Se vuoi per colazione, c’è ancora quel panettone artigianale che abbiamo acquistato ieri al forno della signora Maria” mi dice mentre sta trafficando con lo snocciola olive.

“Nonna ma come fa la signora Maria a preparare dei dolci così buoni?! Si riesce a percepire in bocca ogni ingrediente eppure, lo stesso ingrediente è perfettamente amalgamato con l’altro!” le chiedo mentre sto tagliando una fetta grandissima di panettone.

“La famiglia della signora Maria si tramanda di generazione in generazione l’antico modo di lavorare il pane, la pizza, i dolci. Ma credo che il vero segreto di tanta bontà sia uno soltanto: l’amore che mettono nel loro lavoro!” mi risponde la nonna con infinita dolcezza.

I racconti di Mila e Pila- 30 dicembre: la romantica sedia a dondolo- 6° Parte

“Vedete- riprese a parlare la sedia a dondolo con un tono dimesso che non somigliava per nulla a quello di qualche istante prima- la soddisfazione maggiore che ho, non sta nel legno pregiato di cui sono fatta, non sta nella mia solidità e nella mia bellezza, quanto nei ricordi di cui sono testimone.”

Tutti gli oggetti le si avvicinarono incuriositi e si misero a cerchio intorno a lei perché capirono che la storia si stava facendo interessante.

“Sono in questa sala da più di mezzo secolo. Su di me la signora Mila ha cullato il suo figliolo quando non voleva saperne di addormentarsi, e sempre su di me si riposava lei dopo che il suo lavoro di mamma era finito. Il marito della signora adorava cullarsi sul mio andirivieni dopo una giornata trascorsa nei campi. Quante storie ho ascoltato, ho assistito al primo sorriso di Ludovica, ai suoi passi, ma ho anche dato conforto alla signora Mila quando il marito volò via in cielo. E quanti ospiti si sono dondolati su di me mentre il camino scoppiettava. Sono felice e fiera di ciò che ho potuto regalare a questa famiglia. Grazie signora Mila per avermi voluta sempre con lei spero di regalarle altri momenti felici. E se potessi, le asciugherei le lacrime quando sedendosi su di me piange perché pensa a Ludovica che è così lontana”.

La sedia a dondolo fu capace di dare, quel pomeriggio, con il suo racconto, un grande insegnamento: sono le emozioni che restano, quelle e null’altro.

 

I racconti di Mila e Pila. 30 dicembre: la romantica sedia a dondolo- 5° Parte

“Bene, nasco tra queste colline. Il legno che è stato usato per darmi la vita proviene proprio da questi boschi. Ricordo ancora le parole del falegname quando disse che quell’ottimo legno avrebbe costruito la più bella sedia a dondolo della sua vita…!” a queste parole seguì un BUU di disapprovazione da parte degli altri oggetti della casa che stavano, insieme con me, ascoltando in silenzio la storia della sedia a dondolo.

“Silenzio, fate silenzio per favore” dissi loro per acquietarli.

“Grazie, signora Mila. Bene, quando il falegname terminò il suo lavoro fu talmente soddisfatto che fece accorrere tutti i suoi parenti e amici nella sua bottega e tra questi c’era anche il marito della signora Mila che mi acquistò perché fu colpito dalla mia bellezza. E da allora sono il fiore all’occhiello di questa casa!” concluse la sedia a dondolo.

“Non credi di essere offensiva riguardo agli altri oggetti?” le chiesi io con un tono di voce che sapeva di rimprovero.

“No, perché il bello della storia deve ancora venire!”

Allorché tutti gli oggetti si sollevarono perché ne avevano veramente abbastanza di tutta questa boria.

“Calma, silenzio, lasciamola finire di parlare” intervenni io con voce ferma.

I racconti di Mila e Pila. 30 dicembre: la romantica sedia a dondolo- 4° Parte

La storia inizia così.

“Un pomeriggio, mentre ero andata fuori l’orto, sentii provenire dalla sala da pranzo un vociare fitto fitto. Prima di entrare casa, mi affacciai dall’esterno e vidi che tutti gli oggetti sulle mensole e sul camino erano intorno alla sedia a dondolo che stava andando su e giù per la sala con il suo incedere elegante.

Entrai con il mio cesto pieno di verdure e chiesi alla sedia a dondolo il motivo di tutto quel trambusto.

“Ho potuto notare che gli oggetti della casa si stavano annoiando allora per animare un po’ la situazione ho deciso di raccontar loro la storia della mia vita” disse la sedia a dondolo con la sua voce impostata da cantante lirica.

“La tua vita, perché cosa ha di speciale la tua vita?” le risposi incuriosita.

“Ma come, me lo chiede anche signora Mila? Io sono stata la testimone di tutte le persone che hanno vissuto in questa casa, di quelle che sono venute, negli anni, a farvi visita perché se lei ha la memoria corta e non è colpa mia, io sono stato l’oggetto più apprezzato di questo casolare!”, rispose piena di boria.

“E allora sentiamo un po’ cosa ha da raccontare di così interessante!” le dissi mentre mi accomodai sulla sedia di cucina.

I racconti di Mila e Pila. 30 dicembre: la romantica sedia a dondolo- 3° Parte

E’ strano potersi fermare a parlare in negozio, e stare lì anche più del dovuto, senza fretta, senza scadenze da rispettare, senza orari della metropolitana da controllare sul cartoncino colorato che la mamma ha provveduto a mettermi nelle tasche di tutte le giacche, di tutti i piumini, di tutti i giubbotti che ho nell’armadio della nostra casa di Chicago.

Tutta la mia vita è condizionata da quei numeri, seguiti da a.m. e p.m., che scandiscono il mio arrivo a scuola e il mio rientro a casa.

Sempre di fretta, senza mai avere la possibilità di fermarsi a parlare, senza che gli altri ti chiedano premesso per salire sul vagone della metropolitana.

Ma oggi non c’è fretta, oggi sto facendo la spesa con la nonna nel nostro paese, in quei negozi che sanno ancora di bottega.

Mentre stiamo rientrando a casa, nell’istante preciso in cui la nonna si sta stringendo nel suo cappotto, vedo dal suo sguardo che un po’ di tristezza le ha bussato alla porta del cuore, sta pensando, come lo sto facendo anch’io, che tra qualche giorno dovrò ripartire per Chicago.

Allora, stringendo forte la sua mano, mentre stiamo rientrando a casa, si trasforma in Mila e mi racconta la sua storia fantastica.

“Signora Pila, voglio proprio dirle ciò che mi è successo un po’ di tempo fa”.

“Con grande piacere signora Mila!”