Paestum: quando la Storia viene a farci visita…

A circa 30 chilometri da Salerno, nella Piana del Sele e poco distante dal Parco Nazionale del Cilento, si può vivere la bellissima sensazione di fare un “ viaggio nel tempo” e di poter ammirare, da vicino, la maestosità degli antichi Templi greci che abbiamo conosciuto attraverso i libri di storia dell’arte.

Lungo il viale che conduce all’ingresso dell’area archeologica, già ci si sente estasiati, il cuore fa un balzo, perché ci si trova al cospetto di tre templi maestosi e perfettamente conservati:  sembra davvero di tornare indietro al VI secolo a.C, quando Paestum era uno dei più rilevanti centri commerciali della Magna Grecia, nome, questo, che designava quella parte della penisola italica che i Greci colonizzarono dall’VIII secolo a.C.

Uno dei tre Templi visti dal viale che conduce all’area archeologica (Foto di Lorenza Fiorilli)

Il nome attuale di Paestum fu in realtà dato successivamente dai Romani, in quanto i Greci avevano scelto quello di Poseidonia, in onore a Poseidone, dio del mare nella mitologia ellenica.

Quando l’Impero romano crollò, anche l’antica colonia greca perse di importanza, sino a decadere lentamente per essere poi abbondonata del tutto,  per via delle paludi che la circondavano e che presero il sopravvento sul territorio circostante.

Ma la Storia regala sempre una seconda possibilità, una rinascita, affinché il Bello possa essere conosciuto dai posteri e appezzato dal mondo intero: è quello che è accaduto anche a Paestum, divenuta meta, nel XVIII secolo, del famoso Grand Tour, ovvero il viaggio di aristocratici ed intellettuali europei, i quali elessero l’Italia come  meta imperdibile  e talmente ricca di storia, da diventare il luogo  ideale dove poter accrescere il sapere.

Ma bisognerà attendere il 1907 per i primi scavi che portarono alla luce tutta l’incomparabile bellezza dell’area, dove oggi, turisti da tutto il mondo, possono ammirare il sito archeologico che dal 1998 è Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Vediamo in dettaglio tutto ciò che Paestum è in grado di regalarci.

Particolare delle colonne (Foto di Lorenza Fiorilli)

Come tutte le antiche città, anche  Poseidonia era circondata da Mura in pietra, alte fino a 7 metri e che si snodano per circa 5 chilometri, erette in difesa dell’ex colonia greca. Sono quattro le porte d’accesso che si aprono lungo le Mura, quattro come i punti cardinali.

Quello che davvero ruba lo sguardo, incanta l’animo e rapisce il cuore, sono i tre Templi che ci catapultano direttamente nell’Antica Grecia.

Il Tempio di Atena, che si pensava, inizialmente, fosse dedicato alla dea Cerere, conobbe, purtroppo, con la decadenza dell’intera area, un triste destino: fu infatti usato come stalla.

Lo stile è sia dorico che ionico, il fregio è formato da grandi blocchi di calcare, il pronaos, ovvero l’anticamera del Tempio, presentava colonne di ordine ionico, mentre il naos (cella) è in una posizione sopraelevata rispetto al resto della struttura.

Il  Tempio di Nettuno è il più grande dei tre, uno dei meglio conservati in assoluto, e la sua maestosità gli deriva dallo stile degli elementi architettonici risalenti al cosiddetto periodo Severo dell’arte greca. Ciò che maggiormente colpisce il visitatore sono le colonne , alte quasi 9 metri e con un diametro di circa 2,10 metri.

Foto di Lorenza Fiorilli

Del Tempio di Era, il più antico dell’area di Paestum, non possiamo vedere né le parti superiori della trabeazione, andate distrutte, né parti della pavimentazione, ma l’emozione di ammirare da vicino quello che, inizialmente, era conosciuto con il nome di Basilica, è resa forte dal fatto che è l’unico tempio greco di epoca arcaica in cui le 50 colonne della peristasi si sono perfettamente conservate integre.

Foto di Lorenza Fiorilli

Usciti dall’area archeologica, e ripercorrendo, in senso contrario, il viale,  sulla destra ci attende il Museo Nazionale di Paestum che dal 1952 raccoglie i reperti venuti alla luce con gli scavi, reperti che ci permettono di conoscere da vicino tutti gli aspetti della vita degli antichi abitanti, sotto il profilo religioso, sociale e politico.

Non possiamo andare via da Paestum senza aver prima ammirato la Tomba del Tuffatore, unico esempio di pittura greca perfettamente conservato.

Le lastre visibili sono parti della tomba, mentre il dipinto che dà il nome al reperto, rappresenta, appunto, il tuffo in acqua di un uomo e ciò è particolarmente simbolico: è il passaggio dalla vita alla morte.

E quando andiamo via da Paestum, ci sentiamo davvero parte di questa lunga storia che ci appartiene, che inizia dalla Magna Grecia, passa per i Romani e giunge fino a noi, in tutta la sua incomparabile Bellezza e Maestosità.

Alessandra Fiorilli                                                            

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Pubblicato da

Alessandra Fiorilli

Alessandra Fiorilli è il Direttore Responsabile, Proprietario ed Editore della rivista online "EmozionAmici" pubblicata anche sull'omonima pagina Facebook. Laureata in Scienze Politiche, Giornalista iscritta all'Albo dell'Ordine Nazionale, è anche Scrittrice (12 le opere pubblicate tra romanzi, raccolte di racconti e reportage), ed Autrice Teatrale iscritta alla S.I.A.E. (ha scritto e rappresentato 14 sue opere). Dal 2008 al 2017 ha rivestito la carica di Direttore Responsabile del periodico "BCC Nettuno Informa". Dal 2008 è titolare, insieme alla sorella, Psicologa, del Centro di Tutoring Scolastico e Professionale "Atena". Nello stesso anno fonda anche anche l'Associazione Culturale "Araba Fenice", rivestendone la carica di Presidente. Nel settembre 2018 ha superato l'esame del Corso in Teatroterapia organizzato dall'Artedo Srl, ente accreditato dal MIUR ed e specializzato nel campo delle Artiterapie. Nel Gennaio 2019 ha superato brillantemente il Corso di Formazione Tutor DSA organizzato dall'Istituto Galton, Ente accreditato dal MIUR e che opera nel campo dell'editoria, della formazione e della ricerca scientifica su tematiche inerenti la psicologia e le neuroscienze. Nel Febbraio 2019 ha superato il Corso di Formazione ADHD- Valutazione-Diagnosi-Trattamento organizzato dall'Istituto Galton. Sempre nel febbraio 2019 ha superato due Corsi di Formazione "Didattica Metacognitiva e strategie di studio" e "Le Intelligenze Multiple" presso il Centro Studi Erickson

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