E’ il simbolo della Valle d’Aosta, abbiamo imparato ad ammirarne la maestosa bellezza sin dai tempi delle elementari quando, nel sussidiario, alla sezione “Geografia” del libro, compariva sulla pagina dedicata alla regione più piccola d’Italia.
Ve lo presento attraverso una speciale “carta d’identità”: la sua costruzione inizia nel XIII secolo, ma le torri e le mura merlate vengono aggiunte solo un centinaio di anni dopo. Un segno particolare lo rende così diverso da tutti gli altri castelli che si possono visitare nella Valle d’Aosta: non è stato costruito su una sommità di un colle, quindi non era destinato a svolgere le tipiche e caratteristiche funzioni difensive, quanto piuttosto ad essere eletto come residenza signorile della famiglia di Challant, nobili valdostani.
Nel 1716 viene venduto e da allora il decadimento si impossessa di lui, salvo poi, negli ultimi anni del XIX secolo, tornare agli antichi splendori.
A testimonianza del suo fulgido passato di residenza nobiliare, vi sono le splendide decorazioni pittoriche che rappresentavano la potenza e il prestigio della famiglia ivi residente.
Il Castello di Fenis, la cui pianta è pentagonale, accoglie ogni anno circa 80000 visitatori , i quali, prima di accedere al maniero, passano attraverso una torre quadrata con tanto di una speciale “saracinesca” che aveva il compito di impedire, in caso di attacco esterno, l’accesso all’androne.
La visita si snoda attraverso una serie di Sale che testimoniano la vita condotta, centinaia e centinaia di anni fa, in un tipico maniero: al pianterreno troviamo la Sala d’Armi, e una serie di stanze destinate ai soldati e ai servitori di palazzo, tra queste, il refettorio e la cucina, dotata di un immenso camino perfettamente conservato.
Il primo piano è quello definito nobile, in quanto di esclusiva spettanza della famiglia: qui troviamo la stanza da letto padronale, la sala da pranzo e quella di Giustizia.
Nel cortile interno, dove si conclude la visita, fa bella mostra di sé l’affresco raffigurante San Giorgio che uccide il drago, affresco, questo, che è stato riprodotto su una faccia della moneta da 10 euro che nel 2013 la Zecca gli dedica per la serie “Italia delle arti”.
Ma 33 anni prima, le Poste Italiane celebrarono la bellezza del Castello di Fenis con l’emissione di un francobollo da 150 lire.
E prima di entrare e di iniziare la visita, non perdetevi lo spettacolo del prato che abbraccia l’antico e maestoso maniero, né l’incanto delle montagne circostanti che donano al Castello di Fenis quel tocco di magia e di mistero che vi accompagnerà non solo dopo il termine della visita, ma anche dopo il ritorno dal viaggio in terra valdostana.
Alessandra Fiorilli