La storia del “Al Bicerin”, il caffè più antico di Torino, dove anche Cavour amava sorseggiare la storica bevanda che dal 2001 è nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Regione Piemonte.

Una storia, quella del  “ Caffè più antico della città”, come ci dice Alberto Landi, curatore de “Al Bicerin” ,  che affonda le sue radici in un tempo lontano.

Nato nel 1763,  lo storico locale è ospitato dal 1856 al piano terra dell’elegante palazzo antistante il Santuario della Consolata, a Torino, città nella quale Al Bicerin:  “Rappresenta, da secoli,  una sicurezza”, come dichiara Alberto Landi, il quale sottolinea un altro aspetto importante: “Nella scelta delle materie prime ci facciamo guidare dal senso profondo e dalla fedeltà alle nostre tradizioni e alle antiche ricette che si riflettono nella qualità dei  nostri prodotti”.

Oggi come ieri, infatti,  i torinesi, ma anche i turisti  italiani e stranieri, sono accolti  in un ambiente caldo e confortevole, ricco arredi in legno, di specchi, di lampade e di scaffalature progettate appositamente per ospitare i numerosi vasi di confetti.

La bevanda con la quale torinesi e turisti amano coccolarsi è il bicerin  a base di caffè, cioccolato, crema  di latte e servita rigorosamente nei bicerin, piccoli bicchieri di vetro, dai quali, appunto,  prende il nome.

Tra i personaggi che abitualmente hanno frequentato “Al Bicerin”,  un nome che ha fatto la Storia d’Italia:  Camillo Benso Conte di Cavour, il quale sorseggiava la bevanda mentre attendeva la famiglia in visita al prospiciente Santuario della Consolata.

“Al Bicerin” vanta anche un altro primato: è stato il primo locale a conduzione femminile  e l’unico dove le donne potevano entrare a gustare vermouth e rosolio.

Altri frequentatori  dello storico caffè torinese, sono stati:  Alexandre Dumas padre,  nel periodo del suo soggiorno nella città della Mole,  Friedrich   Nietzsche , il compositore Giacomo Puccini, gli scrittori Guido Gozzano, Italo Calvino, Umberto Eco, e i torinesi  Erminio  Macario, l’ Avvocato Gianni Agnelli, il re Umberto II con la consorte Maria Josè.

Non solo politica  e letteratura,  “Al Bicerin”   è stato amato anche dal cinema, non a caso  è stato il set di molto film, tra questi “La meglio gioventù”  di Marco Tullio Giordana, e “Ciao ragazzi” di Liliana Cavani.

A rendere  così unica la bevanda del bicerin  è la cioccolata che cuoce lentamente per ore in particolari pentole di rame, secondo un’antica tradizione, non a caso  nel 2001 la Regione Piemonte ha inserito proprio il bicerin nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari  Tradizionali della Regione.

I frequentatori  del locale possono gustare, oltre al bicerin, anche l’omonima torta glassata, a base di caffè e  cioccolata,  nonché   il Liquore  Regale , la torta di nocciole, il toast al cioccolato e i biscotti al burro.

                                                     Alessandra Fiorilli