Il Dottor Lino Cavedon, Psicologo e Psicoterapeuta, ci parla degli IAA, Interventi Assistiti con gli Animali , delle Linee Guida e del Centro di Referenza Nazionale

Intervistare il Dottor Lino Cavedon è un viaggio nella psicologia umana, in quelle ferite invisibili dell’animo che pochi riescono a scorgere, ma è anche un cammino che, attraverso un’intuizione, la passione per il proprio lavoro e conoscenze scientifiche, ha condotto agli IAA, gli Interventi Assistiti con gli Animali.

Laureato in Psicologia clinica presso l’Università degli Studi di Padova, specializzato in Psicoterapia, il Dottor Lino Cavedon, dopo esperienze lavorative che lo hanno visto ricoprire ruoli di Responsabile in Consultori familiari, nonché di consulente nel campo della procreazione medico-assistita, ha contribuito alla stesura delle Linee Guida Nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali.

Il Dottor Lino Cavedon con Shana (Foto per gentile concessione del Dottor Lino Cavedon)

La storia professionale del Dottor Lino Cavedon, Psicologo affascinato dal ruolo dell’animale in campo terapeutico, è un viaggio emozionante ed emozionale che inizia da lontano :” La moderna pet-therapy è nata nel 1953 da una grande intuizione del neuropsichiatra infantile Boris Levinson che aveva in cura un ragazzino di 9 anni affetto da autismo con il quale non riusciva a stabilire nessun tipo di rapporto. Casualmente, un giorno il bambino incontrò Jingles, il cane che il Dottor Levinson aveva adottato un po’ di tempo prima e fu così che potette constatare come, per la prima volta, il piccolo paziente  fosse riuscito a stabilire uno scambio affettivo intenso e coinvolgente”.

Percorriamo ora, grazie al Dottor Cavedon il cammino che lo ha condotto alla stesura delle Linee Guida IAA: “ Ho svolto, per molti anni, attività di Psicologo in Consultori Familiari e nel Servizio Tutela Minori, nel quale ci si occupa di bambini o adolescenti che hanno subito maltrattamenti o abusi. Un giorno ebbi a che fare proprio con il trauma di una bambina abusata dal proprio padre.   quindi dalla figura protettiva che avrebbe dovuto, invece, proteggerla. Ebbene, in questa situazione ho pensato di ricorrere all’aiuto del cane: ho immaginato che una bambina con un tale trauma  si potesse abbandonare all’abbraccio del cane, creando il ponte con la propria affettività ferita.”

Dopo questa intuizione:” Decisi di intraprendere, insieme ad un gruppo di professionisti dell’Unità socio-sanitaria dell’Alto Vicentino, nel 2006, una sperimentazione nel campo della pet-therapy, creando un’equipe da me diretta con il sostegno del Direttore, il quale mi chiese di portargli in visione, dopo 6 mesi, i risultati che avremmo ottenuto”.

I risultati non solo arrivarono, ma nel 2009 :” Grazie all’allora  Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute, fu istituito il Centro di Referenza Nazionale per gli Interventi Assistiti con gli Animali, il primo in Europa”.

Il Dottor Lino Cavedon, in qualità di membro del Centro di Referenza Nazionale per gli Interventi Assistiti con gli Animali , ricoprendone il ruolo di Direttore, non si è fermato, ma ha deciso di proseguire lungo la strada già lastricata di successi, decidendo, così, di stendere le Linee Guida Nazionali degli IAA :” Tali Linee Guida rappresentano la legittimazione e il riconoscimento delle aspirazioni di quanti credono nel valore pregnante della relazione con l’animale domestico. Nel campo degli IAA devono operare professionisti validi, adeguatamente formati che credono nel lavoro d’equipe”.

Approvate nel marzo 2015 in Conferenza Stato Regioni: “Sono state recepite da tutte le Regioni e dalle Province Autonome Italiane”.

Gli animali scelti: “Devono garantire requisiti di idoneità, occorre, pertanto che anche essi siano adeguatamente preparati, monitorati, rispettati nei loro vissuti e nelle loro predisposizioni relazionali. Accanto a un animale valido ci deve essere un coadiutore che sappia muoversi in seduta con delicatezza ed incisività, perché negli IAA l’animale è risorsa innovativa, che offre pertanto un plusvalore non presente in altre discipline”.

Sempre le Linee Guida nazionali contemplano gli ambiti di attuazione degli IAA: “Nella scuola il coniglio, il gatto e il cane sono i più idonei. Per quanto attiene invece alle strutture ospedaliere, alcuni regioni italiane hanno approvato norme che autorizzano la visita al paziente ricoverato da parte del suo animale, in modo particolare il cane . E’ una legge che riconosce il valore dell’attaccamento reciproco persona-animale e viceversa: infatti il distacco, specie se prolungato, produce l’effetto lutto. Anche i pazienti più piccoli, specie quelli ricoverati nei reparti oncologici, apprezzano la presenza dell’animale”.

Nella Residenze per Anziani, invece: “La proposta dell’incontro con l’animale domestico risulta essere particolarmente emozionante: anche sguardi persi nel vuoto vengono catturati non appena si entra con l’animale nello spazio abitativo dell’anziano. Risulta gesto frequente l’allungare il braccio per toccare il cane, per accarezzarlo e così il viso si riattiva, diventa vivo, luminoso”.

Nelle comunità di recupero per tossicodipendenti “E’ stato avviato l’allevamento dei cavalli da corsa e dei cani dei quali i giovani in fase di recupero apprendono la gestione e la cura”.

L’animale domestico: “  Diventa partner di confidenze e compensazioni anche nelle Case Famiglia per minori allontanati e nelle carceri”.

Il mondo della disabilità raccoglie esperienze significative: “L’animale si offre nella relazione al fine di realizzare un risveglio di pensieri, sensazioni ed emozioni utili ed efficaci. Il piccolo animale e il cane si prestano a un contatto quasi simbiotico con evocazioni forti riguardanti la sfera affettiva, mentre l’asino è dolce, cerca il contatto, incentiva la conoscenza, e il cavallo, specie di taglia media, offre l’opportunità di un contatto intenso con le proprie emozioni”.

Gli animali che vengono privilegiati negli IAA sono:  Il cane, il coniglio, l’asino, il cavallo, il gatto e mai in condizioni di cattività e in essi “Ciascuno trova qualcosa di sé, c’è una mediazione con il proprio mondo interiore”.

Il Dottor Lino Cavedon ha parlato degli Interventi Assistiti con l’Animale  nel libro omonimo, un manuale introduttivo pubblicato da Erickson nella Collana Editoriale dedicata agli IAA da lui diretta: Sino a 15 anni fa non esisteva una letteratura in questo settore, oggi contiamo circa 30 libri. La collana accoglierà esperienze rivolte alle persone con finalità educative formative, ricerche dedicate agli animali e alla loro formazione, nonché storie di pazienti che hanno beneficiato della relazione con gli animali”.

Vi ho  raccontato l’emozionate ed emozionale  viaggio “in itinere”  del Dottor  Lino Cavedon.

                                       Alessandra Fiorilli

La raffinata eleganza di un vassoio di pasticcini alla pasta di mandorle

Un vassoio di pasticcini preparati con pasta di mandorle e tutto assume un altro sapore.

Sarà per l’impasto leggermente e tipicamente umido delle che li contraddistingue, sarà per la languida morbidezza che avvolge il palato, sarà per l’inconfondibile profumo che inebria l’olfatto, comunque, gustare un pasticcino con “pasta reale” è davvero una dolce coccola.

La pasta di mandorle, indiscussa protagonista dei dolci siciliani, è infatti nota anche con il nome di pasta reale, derivante, con molta probabilità, dal fatto che una volta nato il primo dolce da questo impasto, chi lo avesse preparato, abbia esclamato: “E’ un dolce da re”.

Un vassoio di pasticcini con pasta di mandorle (foto di Alessandra Fiorilli)

La tradizione vuole che i primi a impastare le mandorle con lo zucchero siano stati gli arabi al tempo della loro dominazione sull’isola, ma sembra molto più probabile che a dar vita, per la prima volta, ad un dolce con “pasta reale”, siano state, nel 1100 circa, le suore del Convento di Martorana, a Palermo, nei pressi della Chiesa di Maria dell’Ammiraglio. Questo impasto, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo, ha meritato il titolo di “Prodotto Agroalimentare Tradizionale siciliano”.

Tra i dolci più noti spicca la famosa “Frutta Martorana”, così chiamata proprio in onore al nome del convento che per primo regalò questo impasto. Altra specialità è l’agnello pasquale con pasta di mandorle e pistacchi di Bronte.

Ideali per accompagnare un thè, eleganti insieme al caffè, talmente raffinati da portarli portare in dono alla padrona di casa che ci ha invitato a pranzo o a cena, morbidi, profumati, deliziosamente unici: i pasticcini alla pasta di mandorle sono parte di quel  patrimonio dolciario italiano apprezzato in tutto il mondo.

Alessandra Fiorilli