La famiglia Pinto: con le loro ceramiche da Vietri sul Mare in tutto il mondo

Difficile, quasi impossibile andare via da Vietri sul Mare, delizioso borgo della costiera amalfitana  a pochi chilometri da Salerno, senza aver acquistato l’immancabile souvenir in ceramica.

Tra i tanti negozi che si snodano lungo le viuzze del centro storico, c’è né uno che non è solo una semplice rivendita di oggetti realizzati nella tipica ceramica vietrese, ma una fabbrica vera e propria che è riuscita ad attraversare secoli di storia e che parla di ben tre generazioni di un’unica famiglia, quella dei Pinto. Nell’ omonimo palazzo su Corso Umberto a Vietri sul Mare, sono esposte le loro opere su una superficie di 400 metri quadrati, prodotte nei 1000 metri quadri dove nascono le famose piastrelle e tutti i complementi di arredo e l’oggettistica, tutti rigorosamente firmate con la dicitura “V.PINTO-VIETRI” che ne garantisce l’autenticità.

Una foto d’epoca della sede della Ceramica Pinto (Archivio Pinto per gentile concessione)

Entrare all’interno della loro attività è, al tempo stesso, un tuffo del passato e un lancio nel futuro, perché ogni singolo lavoro esposto parla di quest’antica passione per la lavorazione della ceramica che li ha portati ad esportare  i loro prodotti in tutto il mondo.

Un momento della lavorazione delle famose piastrelle vietresi in una foto d’epoca (Archivio Pinto, per gentile concessione)

Oggetti dai più minuti a dei veri e propri capolavori : ecco quello che la famiglia Pinto offre a coloro i quali visitano il Palazzo che sembra esso stesso un’opera d’arte.

Ma iniziamo il racconto da quel lontano 1870 quando, proprio a Vietri sul Mare, Vincenzo Pinto inizia la propria attività nella frazione di Molina di Vietri, dove apre una fabbrica di cotto. Gli affari vanno bene e decide, così, di espandersi: prende in affitto  una fabbrica posta al piano terra del Palazzo Pizzicara, che prenderà poi, dopo l’acquisto della proprietà da parte di Vincenzo, il nome di  Palazzo Pinto.

Uno scorcio di Positano in uno dei pannelli in ceramica (Archivio Pinto, per gentile concessione)

Negli anni ’20 il nome della famiglia arriverà fino in Europa, grazie alla famose piastrelle prodotte dai Pinto, così come ci dice  Giovanni Alessandro, marito di Rosaura Pinto,  rappresentante della terza generazione: “La fabbrica nasce da artigiani che lavorano la ceramica. La produzione più importante è legata, però alla famose piastrelle e ai complementi di arredo. Ovviamente, abbiamo anche una ricca esposizione di oggetti, dai piatti ai complementi di arredo, dalle statue alla piccola oggettistica”.

Un pannello raffigurante uno scorcio da Ravello (Archivio Pinto, per gentile concessione)

Negli anni ’30 un salto di qualità: Vincenzo Pinto chiama a dirigere la fabbrica il Professor Renato Rossi che fonda nella vicina Salerno la Scuola di Ceramica.

Un altro pannello raffigurante scene di vita quotidiana (Archivio Pinto, per gentile concessione)

Gli anni ’50 vedono un altro nome importante affiancare la famiglia Pinto nella produzione di manufatti in ceramica: la direzione artistica viene affidata allo scultore ungherese Amerigo Tot, il quale elabora bozzetti che diventeranno il bassorilievo che decora ancora oggi il fronte della Stazione Termini di Roma.

(Archivio Pinto, per gentile concessione)

Sul finire degli anni ’60 la fabbrica Pinto si amplia con la costruzione di due nuovi edifici. Intanto la fornace a legno viene sostituita con un forno a tunnel a gasolio.

Anche i Miti nei pannelli di Pinto (Archivio Pinto, per gentile concessione)

La fabbrica Pinto è pronta a decollare sulle ali del boom economico degli anni ’60: la produzione delle loro ormai famose mattonelle,  grazie all’innovazione introdotta, aumenta notevolmente e, sempre in quel decennio a Vietri, presso Palazzo Pinto, arriva Giovannino Carraro, importante artista vietrese del 1900, che realizza il pannello che ricopre il Palazzo.

La loro capacità di attraversare secoli di storia risiede: “Nel saper  tener fede a ciò che siamo e al nostro lavoro che non è legato ad un singolo artigiano, ma è un grande lavoro d’equipe”.

Il deposito delle terracotte (Archivio Pinto, per gentile concessione)

 

E le piastrelle, quelle dal quale tutto è iniziato dal lontano 1800, continuano ad essere un elemento di spicco della produzione firmata Pinto :” La decorazione è ancora fatta manualmente”, ci tiene a sottolineare Giovanni Alessandro-“ Così come manuale è la preparazione dello smalto con il quale si garantisce l’elevata resistenza all’abrasione, la morbidezza e la lucentezza di quel bianco particolare, che è noto proprio con il nome di bianco Vietri”.

Sempre Giovanni Alessandro ci illustra il percorso che dalla materia prima giunge al manufatto:” Si parte dall’argilla impastata con l’acqua. L’argilla, poi, viene essiccata e si procede con una prima cottura e diventa, così, terracotta. Si prosegue con la smaltatura e il tutto viene completato dalla decorazione e con una seconda cottura”.

C’è un motivo per cui la lavorazione della ceramica nasce e si sviluppa proprio a Vietri, in questo borgo a picco sulla costiera amalfitana:” A due chilometri dalla città di Salerno ci sono delle cave di argilla. La presenza di uno sbocco a mare, in modo particolare il porto e la vicinanza con Napoli, e l’influenza della Chiesa, tanto che qui vicino c’è l’Abbazia Benedettina di Cava dei Tirreni, hanno reso possibile il grande sviluppo dell’industria della ceramica vietrese. Oggi, purtroppo, l’artigianato sta vivendo una fase difficile, ma noi continuiamo con una forza che ci giunge dal lontano 1800, da quando il nostro Avo Vincenzo iniziò questa attività”.

Alessandra Fiorilli