Castel dell’Ovo: tra storia e leggenda, la bellezza di una fortezza che rapisce il cuore

 

Lungo via Partenope, scendendo dal quartiere San Ferdinando, o dopo aver percorso il lungomare Caracciolo, non si può fare  a meno di notarlo:  lui spicca sulla distesa di acqua salata, in tutta la sua elegante maestosità e già il nome serba in sé elementi di una leggenda antica. “Castel dell’Ovo”, difatti, si chiamerebbe così per quell’uovo che  il poeta Virgilio avrebbe nascosto nei sotterranei dell’edificio e al quale avrebbe consegnato non solo il destino dell’intera fortezza, ma di tutta la città di Napoli.

Il Castel dell’Ovo al tramonto (Foto di Lorenza Fiorilli)

L’isolotto di tufo, il cui nome è  Megaride, e sul quale svetta il castello,  è unito alla terraferma da un delizioso ponte illuminato, al momento del crepuscolo,  da une serie di lampioni che donano alla fortezza quel senso di magica ebbrezza che ti cattura e ti fa provare quasi un senso di smarrimento.

La magia dell’antica fortezza in uno scatto di Lorenza Fiorilli

Castel dell’Ovo visse poi alterne vicende nel corso dei secoli: complesso conventuale dei monaci benedettini, sede della corte di Ruggiero il Normanno, avamposto militare all’epoca dei Borbone, che procedettero a fortificarlo ulteriormente.

Il tramonto dalla terrazza di Castel dell’Ovo (Foto di Lorenza Fiorilli)

Attualmente Castel Dell’Ovo è visitabile e, dopo aver superato la scalinata d’ingresso, si sale fino alla terrazza dell’ultimo piano che ospita ancora, intatti, i cannoni, terrazza dalla quale il panorama è mozzafiato, specie al tramonto, quando il cielo si trasforma in una tavolozza di colori che vanno dal giallo intenso all’arancione, a quel rosso che incanta i sensi.

Un volo di uccelli salutano il sole che sta lasciando Napoli (Foto di Lorenza Fiorilli)

E quando si scende di nuovo  e si supera il ponte, non si può andar via senza vistare il delizioso Borgo dei Marinari proprio ai piedi della fortezza che vorrai rivedere ogni volta che tornerai a Napoli.

 

Alessandra Fiorilli

 

Napoli e il suo tramonto…

Il tramonto a mare…un momento in cui la nostalgia del sole che sta andando via si fonde perfettamente con la speranza del nuovo che sta per arrivare.

Il cielo arrossisce perché pensa alle ore trascorse con il sole e noi ci emozioniamo con lui.

Queste foto sono state scattate sul lungomare Caracciolo a Napoli, in un sabato pomeriggio brulicante di gente.

Il lento scomparire del sole dietro la collina di Posillipo, nello scatto di Lorenza Fiorilli

Il lungomare del capoluogo campano è un abbraccio nel quale cittadini e turisti si abbandonano volentieri: Posillipo, Mergellina,  il Vomero che tutto domina dall’alto, e Castel dell’Ovo, la fortezza collegata da un ponticello alla terraferma.

E quando il cielo ha cominciato a dare spettacolo di sé la gente non può  fare a meno di fermarsi a guardare…

“Sono 40 anni che abito a Napoli e il sabato, quando il tempo lo permette, non me ne perdo mai uno …non so perché ma in quell’istante percepisco tutta la forza della natura e il rispetto che dovremmo portarle”, dichiara Luisa, mentre il nipotino che ha in braccio indica stupefatto, con le manine, questo arrossire del cielo.

“Il tramonto mi ammanta il cuore di nostalgia– dice invece Maurizio, che sta trascorrendo il fine settimana a Napoli con la moglie- davanti a questo spettacolo, mi viene sempre in mente mio padre, con il quale amavo vedere i tramonti dal lungomare della mia città natale ”.

Il cielo sopra Napoli che arrossisce, in uno scatto di Lorenza Fiorilli

Poi ci sono loro, gli adolescenti innamorati che si immortalano, con un selfie, in questa cornice incantevole, postando la foto sui Social.

E mentre siamo tutti lì, a guardare la perfetta fusione del mare, del cielo, della terra, penso agli emigranti che hanno lasciato la loro Napoli per andare oltreoceano e così mi sovvengono le parole della canzone “Lacreme napulitane”:  “E nce ne costa lacreme st’America a nuje, napulitane! Pe nuje ca ce chiagnimmo ‘o cielo è Napule, comm’è amaro ‘stu ppane!”

E mentre il mio pensiero vola alle città americane dove i nostri connazionali non potevano più assistere allo spettacolo del tramonto…noi, invece, abbiamo la fortuna di stare li, per  salutare il sole e donarlo ai nostri simili che vivono nell’altro emisfero.

Alessandra Fiorilli