Sono state le protagoniste delle festività natalizie da poco trascorse.
Si dice che portino fortuna e denaro, ecco perché le si mangiano appena scoccata la mezzanotte che saluta il nuovo anno.
Ma loro, dalla forma tondeggiante e dal colore che va dal verde al marroncino passando per una screziatura arancio, sono presenti sulla tavola degli uomini sin dai tempi antichissimi, quando venivano coltivate nell’area dell’Asia minore.
Protagoniste anche in un racconto biblico nel libro della Genesi della Sacra Bibbia, sono state per secoli chiamate “la carne dei poveri” perché ricche di proteine e ferro.
Stiamo parlando delle lenticchie, le cui più famose sono quelle di Castelluccio di Norcia, che hanno ottenuto, nel 1997, il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta).
Coltivate in quest’area a 1500 metri sul livello del mare già nel 3000 a.C., la pratica della coltivazione segue, da tempo immemore, sempre lo stesso rituale: il terreno nel quale verranno messe a dimore viene arato in primavera, la semina avviene tra marzo e maggio e proprio da maggio fino alla prima metà luglio, si ha il momento della loro fioritura, uno spettacolo davanti al quale centinaia di migliaia di turisti rimangono affascinati.
La sua forma schiacciata e tondeggiante, fanno della lenticchia di Castelluccio un vero capolavoro artistico che diventa poi, anche culinario, grazie alla sua buccia fine che, però, non si sfalda dopo i venti minuti di cottura richiesti.
E’ la natura nella quale nasce e cresce a renderla così unica: la sua dimora è un altopiano che sorge su un fondo di un lago risalente all’epoca preistorica e che si è prosciugato. L’inverno rigido, l’innevamento e le gelate che ne conseguono, rendono il terreno particolarmente favorevole alla coltivazione, preservando altresì la lenticchia dall’attacco dei parassiti e questo consente anche di non usare sostanze chimiche e di continuare una coltivazione biologica.
Come piatto unico, in zuppe o accompagnata dalla pasta, come compagna di formaggi saporiti, la lenticchia di Castelluccio di Norcia è un capolavoro tutto da gustare.
Alessandra Fiorilli