Sono vicinissima a lei, allungo le braccia e affondo il mio viso sulle sue spalle coperte dal suo inseparabile scialle di lana grigia.
“Nonna, nonna cara….” neanche un minuto e la lana s’impregna di lacrime.
La nonna mi scosta il viso da sé, lo stringe tra le sue mani e senza dire nulla, mi accompagna dentro casa.
“Buongiorno mamma, come stai?” dicendo queste parole scontate, il papà si avvicina alla nonna.
Lei non risponde perché è troppo impegnata a guardarmi, a scrutare il mio sguardo, per fissare quest’attimo del mio ritorno a casa per sempre nella sua memoria.
“Mamma, allora, tutto bene, c’è qualcosa che non va?”
Lei non risponde e il papà non capisce il perché di tanto silenzio.
“Mamma, se non c’è nulla che devi dirmi, io vado, l’aereo partirà tra qualche ora. Sono sfinito, non ho neanche il tempo di bere un caffè”.
Si avvicina alla nonna e la abbraccia, anche lei lo abbraccia ma continua a guardare me.
“Scusaci per questo Natale ma ci è stato impossibile ottenere dei giorni di ferie. Il progetto al quale la mia equipe ed io stiamo lavorando deve essere assolutamente consegnato non oltre il 28 dicembre. Tanto, poi ci sentiamo per gli auguri. Ciao mamma, ciao Ludovica e mi raccomando comportati bene!”.
Papà si china sul volto della nonna, poi sul mio e va via, facendo entrare una folata di aria fredda.
Non ricordo per quanti minuti siamo rimaste in silenzio, a guardarci e ad abbracciarci.
“Com’è sta signora Pila?” mi chiede la nonna con uno dei suoi dolci sorrisi.
Queste parole mi fanno capire che anche a lei, come a me, in tutti questi mesi, è mancata la sua grande amica.
Mila ha sentito nostalgia di Pila non meno di come Pila abbia sentito la nostalgia di Mila.