Il miele: un “cibo degli dei” con tante benefiche proprietà. Ne parliamo con il Professor Rolando Alessio Bolognino

4000 anni fa, nell’Antico Egitto, gli apicoltori rispettando il ritmo delle stagioni, seguivano, con le proprie arnie, la fioritura delle piante per produrre il prezioso miele che gli Egizi usavano sia per l’alimentazione, sia nella medicina che per accompagnare il viaggio nell’aldilà dei propri cari, deponendo nei sarcofagi coppe ricolme di miele.

Anche nella storia dei Sumeri e dei Babilonesi troviamo tracce dell’importanza che questo alimento zuccherino rivestiva nella loro civiltà,  e proprio nel Codice di Hammurabi c’erano degli articoli che sanzionavano il furto del miele, tutelando, così la categoria degli apicoltori.

Per i Greci era, semplicemente, “il cibo degli dei”, mentre i Romani lo utilizzavano per la produzione di salse agrodolci nonché come dolcificante e conservante.

Giungendo negli anni più vicini a noi, fu gradualmente soppiantato dallo zucchero raffinato per dolcificare cibi e bevande, ma recentemente c’è di nuovo grande interesse verso quest’alimento che ha caratterizzato le varie epoche storiche.

In questo singolare viaggio nella dolcezza, ci accompagnerà il Professor Rolando Alessio Bolognino, Ricercatore e Biologo nutrizionista in campo oncologico e di prevenzione, esperto in alimentazione sportiva, Docente Universitario a contratto presso l’Università Unitelma La Sapienza di Roma, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, l’Università degli Studi di Catania, Istruttore Protocolli Mindfulness, nonché  autore di libri e pubblicazioni scientifiche, Divulgatore scientifico in radio e televisione.  

    
Gli Egiziani furono i primi ad usare il miele in campo medico, per contrastare i disturbi digestivi, ma anche come base per la preparazione di creme ed unguenti con cui curare piaghe e ferite. Quindi nell’antichità erano già note le proprietà curative di questo alimento :” L’impiego del miele ad uso terapeutico è testimoniato persino nelle pitture risalenti all’Età della Pietra, ed è descritto anche nelle Sacre Scritture. Le proprietà medicamentose sono da rintracciare nei 13 batteri lattici che vi si trovano nella sua composizione e proprio tali batteri vanno a contrastare gli agenti responsabili di diverse infezioni, tra cui influenze, bronchiti e raffreddori. Inoltre, le cellule batteriche vengono disidratate dall’elevata concentrazione di zucchero, diventando, quindi, più vulnerabili. I flavonoidi, invece, riducono l’aggregazione piastrinica diminuendo, così,  il rischio di trombosi e, stimolando la vasodilatazione migliorano la circolazione sanguigna”.  

Dopo aver parlato delle proprietà medicamentose del miele, vediamo qual sia il momento migliore della giornata in cui assumerlo e in che quantità :” In media, si consiglia di assumere circa 30 g al giorno, pari a 3 cucchiai rasi e sono vari i modi in cui possiamo consumarlo:  un cucchiaino nello yogurt bianco per aromatizzarlo, per dolcificare il latte o il the, stando attenti a non aggiungerlo quando la bevanda è ancora bollente per evitare la perdita di micronutrienti termolabili, spalmandolo su una fetta di pane tostata con cui fare colazione o merenda, o per accompagnare  formaggi, sia a pasta filata che freschi, facendo però attenzione alla quantità, essendo il miele molto calorico”.

Le calorie fornite dal miele: è giunto il momento di parlarne, anche per sfatare falsi miti.   

“Il miele fornisce circa 300 Kcal per 100 grammi di prodotto e, confrontandolo con lo zucchero bianco da tavolo, è meno calorico. Ha un elevato potere dolcificante grazie alla presenza più consistente di fruttosio  che è comunque ridotto rispetto allo zucchero bianco”.

Una differenza sostanziale c’è nel contenuto dello zucchero rispetto al colore: “ Tutti i tipi di miele hanno la caratteristica di contenere una percentuale di zucchero (glucosio e fruttosio) pari a circa l’80% del prodotto, mentre il restante 20% è costituito da acqua.

Il miele di colore chiaro è più dolce, in quanto la percentuale di glucosio e fruttosio è maggiore rispetto alle varianti scure che sono, invece, più ricchi  in minerali, specialmente potassio, zolfo, sodio, calcio, fosforo, mentre le vitamine più rappresentate sono quelle del gruppo B e la vitamina C, che generalmente si perdono nel processo di pastorizzazione. Tra le varietà scure ci sono il miele di  castagno, dal colore bruno, il miele di corbezzolo, con il suo colore ambrato, il miele di erica, dalla colorazione marrone-arancio,  il miele di eucalipto, brunastro. Tra quelli di colore chiaro c’è anche quello di lavanda, mentre il millefiori, ricavato dal polline di differenti fiori, va dal colore ambrato al rossastro”.     

Possiamo consumarlo tutti tranquillamente o ci sono delle categorie di persone alle quali è sconsigliato? “ L’unica categoria di persone a cui è sconsigliato è costituita dai bambini sotto l’ anno di età, per evitare il pericolo di botulismo (tossina prodotta dal batterio Chlostridium botulinum) . In soggetti che soffrono di diabete o chi è sovrappeso o obeso, il consumo deve essere moderato, anche se è possibile integrarlo all’interno di una dieta dimagrante, perché, è bene ricordarlo,  è sempre la quantità con cui si assume un cibo a fare la differenza!  Per gli sportivi rappresenta un valido alleato, poiché fornisce energia rapidamente, specialmente prima o subito dopo uno sforzo. Ottimo anche per i ragazzi in età scolare, in quanto è di supporto per le funzioni cognitive, mentre  per gli anziani è indicato in caso di inappetenza”.

Proprio a rafforzare la tesi, già sostenuta dagli Antiche Greci, per i quali il miele era “il cibo degli dei”, ci vengono in aiuto le diverse proprietà che differenziano i vari tipi di miele.

:” Il miele di castagno, energizzante e dal sapore intenso con retrogusto amarognolo, con la sua maggior quantità, rispetto agli altri, di potassio, sodio e magnesio,  è consigliato nei casi di astenia e affaticamento. Il miele di tiglio, con il sapore intenso, dolce e mentolato,  grazie alle sue proprietà sedative, rappresenta un valido supporto nelle condizioni di nervosismo e insonnia, grazie alla presenza dell’amminoacido triptofano (precursore dell’ormone serotonina). Il miele millefiori, con l’aroma forte e gradevole, possiede proprietà espettoranti con azione battericida,  pertanto risulta essere un grande alleato per la salute delle vie respiratorie, così come il miele di eucalipto.  Il miele di acacia, dolce e con un impercettibili gusto amarognolo,  ha un’azione disintossicante sul fegato e contrasta l’acidità di stomaco, mentre quello di lavanda ha particolare efficacia nelle applicazione topiche su punture di insetto e ferite. I mieli di corbezzolo ed erica, invece, svolgono un’azione diuretica e disinfettante, agendo in termini di prevenzione e supporto delle infezioni delle vie urinarie”.

Essendo un alimento, ci si chiede cosa debba esserci scritto sull’etichetta o se anche il miele debba avere una data di scadenza: E’ preferibile acquistare un miele italiano e meglio ancora comprare il prodotto di  aziende che commercializzano miele dei propri alveari, il che rappresenta una  garanzia di un controllo che si snoda in tutte le varie fasi di produzione. Per quanto attiene alla data che compare sull’etichetta, c’è da dire che non si riferisce alla scadenza ma al termine minimo di conservazione, ovvero il limite ultimo all’interno del quale c’è la garanzia che le proprietà organolettiche del miele si conservino intatte. Dopo un periodo di tempo che va dall’anno e mezzo ai due anni, può accadere che il miele imbrunisca, perdendo, così, non solo  le vitamine contenute, ma anche divenendo lievemente più acido. Una volta superata la data riportata sulla confezione, inoltre, si può verificare una diminuzione degli zuccheri semplici, e nel caso in cui il miele non sia ben conservato, tale processo può avere un’accelerazione, ecco perché è importante tenerlo in un luogo buio, senza esposizione diretta ai raggi solari, asciutto e a temperatura moderata (  circa 20 gradi). La salubrità del miele può essere messa a rischio solo se c’è un aumento del contenuto dell’acqua, ad esempio se viene conservato in un ambiente umido : in tal caso possono svilupparsi dei lieviti”.

C’è un grande interesse, specie negli ultimi anni, verso i prodotti biologici, cosa possiamo dire a proposito del miele?” La dicitura “prodotto biologico” non presuppone che quel miele sia anche integrale, perché potrebbe comunque essere stato riscaldato. E’ bene invece dire cosa si intenda per miele integrale e  non sottoposto a trattamenti termici, diciture che possiamo trovare sull’etichetta:   sono garanzia di un prodotto artigianale ed integrale, in quanto  il miele integrale non viene sottoposto ai trattamenti di pastorizzazione che sono   responsabili della perdita di vitamine (vitamine del gruppo B e vitamina C sono infatti termolabili) e di altre sostanze benefiche. Il miele viene, quindi, posto nel barattolo direttamente come si presenta nei favi delle api”.

Ringrazio il Professor Rolando Alessio Bolognino per questo viaggio nell’affascinante mondo del miele, un alimento che appartiene alla storia dell’uomo e che dovremmo imparare ad appezzare di più.

                                      Alessandra Fiorilli

I racconti di Mila e Pila- 1° Gennaio: il saggio camino- 4° Parte

Capii da queste parole che al camino, testimone dei nostri giorni più felici, non bastava più un mio gesto, ma voleva parole, in grado di fargli capire quanto fosse prezioso e insostituibile il suo lavoro.

“Ma le parole possono anche essere pronunciate in modo non sentito, mentre i gesti valgono di più” risposi cercando di convincerlo.

“Non voglio sembrarti sciocco o petulante, però vedi, alla mia età, una parola dolce può illuminare una giornata buia. E poi, non credere, sono abbastanza saggio da poter capire quando una persona è sincera o quando le sue parole sono frutto dell’ipocrisia!” disse il camino con un tono di voce secco, che rasentava anche un rimprovero e continuò dicendo:

“So bene quanto sono stato importante per voi e quanto il mio lavoro vi abbia aiutato in tutti questi anni. Ma vedi, quando ero più giovane, c’erano tante persone qui in questa casa, ricordo che si  ritrovavano tutti qui, davanti a me, per riscaldarsi, per godere della fiamma che ondeggiava nella mia grande bocca, per cucinare la carne, per abbrustolire il pane.

Poi, poco alla volta, le abitudini sono cambiate, sono andati tutti via da questo casolare e oggi siamo rimasti sono te ed io.

Quello che faccio sembra essere solo un dovere, accendermi al mattino sino alla sera e riscaldare questa casa ormai vuota.

Prima mi ricoprivano i complimenti, ora non c’è più nessuno che pensa a me!” concluse tristemente il camino.

“Ma io sono grata di quello che continui a fare per me, solo che anch’io sono vecchia e sola e delle volte mi pesa anche accenderti!” risposi.

“No, tu non devi essere triste, ci sono io con te e non ti lascerò mai. Di una cosa ti prego: non far sì che la fiamma che accenderai sarà solo il simbolo di un dovere, fai che torni a essere anche un piacere e pensa che il mio lavoro lo svolgo con allegria quindi regalami, se puoi, un sorriso” concluse il camino.

Da qual giorno in cui il saggio camino mi fece le sue rimostranze, tornai a sorridere e non mi pesò più la solitudine e imparai da questo dialogo che delle volte accompagnare un gesto con una parola sentita, che proviene dritta dal cuore, è importante non tanto per chi lo fa, ma per chi lo riceve.

 

I RACCONTI DI MILA E PILA- La nascita di Mila e Pila- 2° Parte

Mila e Pila erano nate un pomeriggio di febbraio di tanti anni fa, quando io, costretta a letto da una varicella che mi stava dando il tormento, mi misi a piangere perché quel bellissimo vestito da Fata Primavera che la nonna mi aveva cucito per la festa in paese del giovedì grasso, sarebbe rimasto chiuso nell’armadio, forse per sempre, perché io stavo crescendo e quell’abito giallo e bianco, forse, non avrei potuto indossarlo l’anno successivo.

Dalla finestra della cucina potevo vedere, in lontananza, tutte le mie compagne di scuola avviarsi festose verso la piazza del nostro paese mentre io sarei rimasta a casa, tormentata da quelle vescicole che si stavano aprendo e che m’impedivano persino di potermi coricare nel mio letto.

Ero lì, con le mani attaccate al vetro e con il mio alito che stava formando un alone, dove scrissi:

“Non è giusto”.

Poi passai all’altro vetro e anche lì, dopo aver respirato contro la finestra, scrissi:

“Non è giusto”.

La nonna mi guardò e mi rispose alitando contro l’ultimo spicchio di vetro lasciato vuoto dalla mia disperata considerazione che, appunto, non era giusto rimanere a casa il giovedì grasso mentre un bellissimo vestito di carnevale da Fata Primavera intristiva nel mio armadio.

 

Nonna Angela scrisse sul vetro:

“Potrebbe essere più divertente di quanto tu possa sperare”.

Allorché io incuriosita le chiesi:

“Cosa, nonna, cosa potrebbe essere più divertente di quanto io possa sperare?”

E lei, guardandomi con il suo sguardo dolce, più dolce delle castagnole che stava impastando solo per me, mi rispose:

“Potremmo inventarci due personaggi, ai quali assegnare un nome e poi costruirci attorno una storia”.

Domani la pubblicazione a puntate del libro “I racconti di Mila e Pila”

Un ringraziamento a tutti i lettori di EmozionAmici che stanno mostrando di apprezzare la pubblicazione a puntate di romanzi e libri. Da domani troverete “I Racconti di Mila e Pila”, un libro al quale sono molto legata perché le protagoniste immaginarie sono state inventate da me e da mia madre un pomeriggio della mia infanzia.  L’importanza del leggere e del condividere insieme ai propri figli racconti e fiabe è stata sottolineata dalla Dottoressa Lorenza Fiorilli, Psicologa nella prefazione del libro che di seguito è riportata. 

 

L’abitudine di raccontare storie ai propri figli o nipoti si è andata perdendo con gli anni, sia per la vita sempre più frenetica che conducono gli adulti, sia per lo sviluppo della tecnologia che regala ai bambini giochi elettronici e computerizzati che li lasciano soli davanti ad uno schermo.

Eppure condividere la lettura di un racconto o di una fiaba, produce effetti positivi su entrambi, adulti e bambini.

Prima di tutto leggere insieme un racconto aiuta lo sviluppo di un linguaggio comune e facilita la costruzione di un rapporto affettivo profondo; inoltre si creano momenti di comunione tra genitori e figli: il bambino si “perde” nella storia aumentando la sua capacità d’immaginazione e la sua creatività, e l’adulto riesce a non pensare, per il periodo della lettura, ai suoi problemi e preoccupazioni.

Per il bambino ascoltare racconti è utile per suscitare in lui il piacere della lettura e diversi studi hanno dimostrato che leggere ad alta voce ai bambini stimola l’apprendimento e il ragionamento e, nei bambini che si trovano in età prescolare, ha effetti positivi sullo sviluppo del linguaggio e sul futuro apprendimento della lettura.

L’ascolto di racconti ha, inoltre, notevoli risvolti psicologici positivi per i bambini, i quali si identificano con i protagonisti della storia proiettando su di essi i propri sentimenti, le proprie speranze, le proprie paure; attraverso le peripezie che vivono i vari personaggi (che essi siano persone, animali o oggetti parlanti) i bambini riescono a capire meglio le proprie emozioni e a sperimentarne di nuove.  Tutto ciò  contribuisce a costruire il proprio mondo interiore e a risolvere eventuali conflitti interiori.

Le fiabe comunicano dei messaggi educativi; trasmettono sentimenti, ideali, valori. Esse, inoltre, tramite il modo in cui i protagonisti vivono e risolvono determinate situazioni, hanno la capacità di  suggerire soluzioni ai problemi che si possono incontrare più o meno spesso nel corso della vita, ma non prescrivono come comportarsi davanti ad un problema. Esse lasciano libero chi legge e chi ascolta di “fare propria” la storia permettendo diverse chiavi di lettura, lasciando libero il lettore di adattarla alla propria situazione personale.

Nei racconti, inoltre, i personaggi  possono  vivere situazioni problematiche o comunque non semplici da gestire, ma che comunque riescono ad essere superate; ciò fa capire al bambino che anche nella vita reale potrà trovarsi di fronte a situazioni non facili ma che comunque potranno essere affrontate in maniera positiva grazie alla propria forza di volontà, al proprio coraggio e all’aiuto di particolari persone.

Le fiabe hanno quindi un valore educativo e terapeutico, non solo per i piccoli ma anche per gli adulti che attraverso la lettura di un racconto possono riuscire a capire meglio alcuni tratti della propria personalità e a superare momenti particolari della propria vita”

Dott.ssa  Lorenza Fiorilli, Psicologa

 

L’Alfabeto dei Ricordi -Lettera S

Oggi il nostro “Alfabeto dei Ricordi” celebra  la S: S come SIGLA…anche se forse sarebbe il caso di parlare delle SIGLE dei vari programmi televisivi e dei cartoni animati che hanno accompagnato la nostra infanzia e che, talvolta, ci troviamo a canticchiare con il sorriso sulle labbra. La SIGLA sembrava dirci: “E’ ora di accomodarti sul divano…” ma delle volte proprio non riuscivamo a stare fermi e allora ci scatenavamo sulle note di “Furia cavallo del west”, “Happy days”, “Sandokan”, “Candy Candy”, “La pantera rosa”…ma la SIGLA per eccellenza sarebbe rimasta quella di  “Carosello”, terminata la quale i bimbi erano soliti andare a letto. Ci piacevano davvero tanto quelle SIGLE e non di rado capitava di andare alla ricerca di un 45 giri in vinile con quella melodia che adoravamo…ci piacevamo le sigle ma ancora di più ci piaceva quel clima di gioia che veniva ad abbracciarci il pomeriggio…