L’Alfabeto dei Ricordi- Lettera Z

…eh già, siamo giunti al termine del nostro “Alfabeto dei Ricordi” …oggi celebriamo la Z: Z come ZABAIONE, quella crema che nasceva dopo aver sbattuto nella tazza uova fresche e zucchero…colazione ricca di gusto e di energia che tanto tempo fa potevano permettersi un po’ tutti, perché poi non era tanto difficile trovare, specie nei piccoli paesi, chi avesse nel proprio cortile qualche gallina. E così si girava e girava il cucchiaino nella tazza di porcellana sino a quando le uova e lo zucchero erano perfettamente amalgamate tra di loro…e mentre si gustava questa crema, alla quale gli adulti talvolta aggiungevano anche un goccio di marsala, non si poteva fare a meno di chiudere gli occhi per assaporare il dolce di questo composto che avrebbe salutato soprattutto le colazioni domenicali…spero tanto, carissimi amici di Facebook, che il sapore di questi ricordi che abbiamo condiviso grazie  a questo speciale Alfabeto, sia stato per voi dolce, morbido, cremoso e gustoso come lo ZABAIONE di tanti anni fa…

L’Alfabeto dei Ricordi -Lettera V

 

Eccola: è arrivata…si è fatta attendere, essendo la sua lettera la penultima dell’alfabeto, ma è arrivata…è arrivata con le sue voci, i suoi colori, ma anche con  la fatica che non la si sentiva mentre ci si trovava tutti lì, nella vigna…è arrivata, è lei la protagonista del nostro “Alfabeto dei Ricordi”: la VENDEMMIA, il cui nome evoca immagini che il cuore fa tornare da un lontano passato e che la mente fa rivivere con il ricordo di quei gesti, di quei suoni inconfondibili, di quei legami che tra i tralci di vite diventavano ancora più forti…perché la famiglia durante la VENDEMMIA diventava comunità e la comunità diventava il paese intero. E al mattino ci si incontrava lungo la strada che portava alle vigne e si era felici per ciò che si andava a raccogliere: quei preziosi grappoli che da soli simboleggiavano l’antico “credo” contadino: nulla era lasciato al caso, nulla arrivava senza fatica, impegno e sacrificio,  nulla giungeva a maturazione senza passione ed amore per il proprio lavoro…

 

L’Alfabeto dei Ricordi -Lettera U

 

Ecco arrivare, su antichi carretti, la protagonista del nostro “Alfabeto dei Ricordi”, la U: U come UVA. Per chi ha vissuto il periodo della vendemmia, l’UVA per eccellenza è quella da vino, quella che i contadini raccoglievano e sistemavano nelle bigonce, quella che era lavorata nelle cantine, quella che sprigionava tutto intorno quell’odore acre ma tanto gradito a chi guardava a quell’UVA come a un vero miracolo della natura, che segnava il passaggio dall’estate all’autunno, un autunno  che aveva i colori degli acini e il sapore del mosto e poi del vino…e oggi, quando si avvicina il mese in cui l’UVA matura sui tralci delle viti, il nostro pensiero vola a quei giorni, a quei giorni in cui i grappoli non chiedevano altro che di essere raccolti per diventare i protagonisti della vendemmia di cui parleremo domani, essendo già arrivati alla lettera V…

 

 

L’Alfabeto dei Ricordi- Lettera T

 

E così, nel nostro “Alfabeto dei Ricordi” siamo già arrivati alla T: T come TOVAGLIA. Perché se le cose non cambiano nella loro esteriorità, mutano nella loro essenza ed è proprio questa a dare valore, forma e significato a tutto…perché in un tempo lontano la TOVAGLIA  era capace, con il suo leggiadro librare prima di posarsi sulla tavola da apparecchiare, di cancellare tutto: nessun problema, nessun interrogativo, nessun dubbio, nessun’ ombra sarebbe stato invitata a pranzo perché tutto si lasciava fuori la cucina, una cucina dove ci si ritrovava all’ora di pranzo e dove l’unico assente giustificato poteva essere solo il papà ma i nonni, la mamma, i fratelli le sorelle, tutti loro sarebbero stati seduti accanto a noi. E quando poi si sparecchiava la tavola e si ripiegava la tovaglia, le briciole di pane che erano sfuggite, erano granelli di una felicità vera, intensa, una felicità fatta davvero di piccole cose…

 

L’Alfabeto dei Ricordi -Lettera S

Oggi il nostro “Alfabeto dei Ricordi” celebra  la S: S come SIGLA…anche se forse sarebbe il caso di parlare delle SIGLE dei vari programmi televisivi e dei cartoni animati che hanno accompagnato la nostra infanzia e che, talvolta, ci troviamo a canticchiare con il sorriso sulle labbra. La SIGLA sembrava dirci: “E’ ora di accomodarti sul divano…” ma delle volte proprio non riuscivamo a stare fermi e allora ci scatenavamo sulle note di “Furia cavallo del west”, “Happy days”, “Sandokan”, “Candy Candy”, “La pantera rosa”…ma la SIGLA per eccellenza sarebbe rimasta quella di  “Carosello”, terminata la quale i bimbi erano soliti andare a letto. Ci piacevano davvero tanto quelle SIGLE e non di rado capitava di andare alla ricerca di un 45 giri in vinile con quella melodia che adoravamo…ci piacevamo le sigle ma ancora di più ci piaceva quel clima di gioia che veniva ad abbracciarci il pomeriggio…

 

L’Alfabeto dei Ricordi- Lettera R

Giunge da un glorioso passato, giunge sui sorrisi di una gioventù che sapeva e voleva sognare, giunge su note coinvolgenti, giunge su ritmi che ti dicono “Muoviti, non puoi star fermo”, giunge dagli Stati Uniti ma contagia tutti perché lui, il ROCK’N’ROLL , protagonista stasera del nostro “Alfabeto dei Ricordi”, è diventato davvero il simbolo di un’intera generazione ed oltre. Eccoli i giovani che lo ballano: sono agili, volteggiano e fanno, a loro volta, volteggiare, con grande facilità, le ragazze che indossano gonne a ruota e scarpe basse. Gli anni ‘50 incarnano alla perfezione il ROCK’N’ROLL: sono anni veloci, pieni di novità, di ritmo…non c’è tempo da perdere perché dopo gli anni bui della guerra si vuole recuperare tutto quello che si è perso…quindi si va, si va al ritmo di musica, si volteggia sui mille sogni di una società che sta cambiando volto, che balla senza stancarsi perché ha chiaro dove vuole arrivare…il ROCK’N’ROLL affascina, strega, e non sarà solo la moda del momento ma in moltissimi continueranno a suonarlo, perché quando ti entra dentro davvero non ti lascia più…

 

L’Alfabeto dei Ricordi- Lettera P

Il nostro “Alfabeto dei Ricordi” è giunto alla P: P come PAPAVERO, quel fiore che cresce spontaneamente nel mese di maggio e che spicca, in primavera, con il suo colore deciso, su giardini ed orti. E quando si era bambini e con le belle giornate si andavano a chiamare, di casa in casa, i propri amici, c’era sempre qualche PAPAVERO che attirava la nostra attenzione… un fiore delicato e irresistibile grazie a quel suo coloro rosso carico… e allora si pensava, sulla strada del ritorno,  di raccoglierne un po’ per portarne un mazzolino alla mamma. Crescendo, avremmo scoperto che i libri di Scienze e di Botanica classificavano il PAPAVERO come erba infestante, un qualcosa da combattere, da sradicare…ma nei nostri ricordi sarebbe rimasto quel tenero e colorato fiore con il quale tanto ci piaceva omaggiare la bellezza e la bontà della mamma…

 

L’Alfabeto dei Ricordi- Lettera O

 

Dolce come l’immagine che porta con sé, stasera arriva la O: O come ORSACCHIOTTO…perché in un tempo non molto lontano, questo peluche era l’immancabile compagno di giochi dei bambini. Ed era sempre lui che stringevamo prima di addormentarci…era sempre con noi…eravamo davvero inseparabili. Sarebbero arrivati, in occasioni di compleanni o Natali, bambolotti o peluche dal viso buffo, ma quell’ORSACCHIOTTO rimaneva speciale, unico…perché era il nostro preferito e avevamo occhi solo per lui…

L’Alfabeto dei Ricordi- Lettera N

Sulle onde del mare, arriva oggi la protagonista del nostro “Alfabeto dei Ricordi”: la N come NAVE. Il nostro pensiero va e si posa su quegli sguardi persi, su quegli occhi umidi, sui bagagli affastellati sulle banchine, su quei bambini che lasciavano le loro povere case, su quegli uomini e su quelle donne che invece, lasciavano in Italia qualcosa di più: lasciavano tutti i ricordi che li avrebbero fatti piangere durante la lunga, quasi interminabile, traversata dell’oceano. E su quella banchina dalla quale la NAVE salpava, i nostri emigranti lasciavano il loro cuore e chissà quanti anni ci sarebbero voluti per sentirsi a casa in una terra straniera, con una lingua che non si capiva e tradizioni così diverse da quelle italiane. Ma la speranza per un futuro migliore li chiamava a gran voce e loro andavano… andavano e scivolavano via, verso una nuova e sconosciuta meta, a bordo di quella NAVE, mentre le lacrime avevano lo stesso sapore dell’acqua dell’oceano…

 

L’Alfabeto dei Ricordi – Lettera M

Oggi è lei la protagonista del nostro “Alfabeto dei Ricordi”: la M, M come MAMMA…perché se l’amore che una madre nutre verso i propri figli non è mutato con lo scorrere del tempo, la figura familiare ha risentito dei cambiamenti che hanno riguardato il ruolo delle donne nella società. Ma a noi, stasera,  piace pensare alla MAMMA di un tempo lontano, di quando era il suo bacio lieve sulle guance la più dolce delle sveglie mattutine, alla MAMMA  che ci accompagnava a piedi, mano nella mano, sostenendo anche il peso della cartella che ci toglieva dalle spalle…ed era lei che salutavamo prima di entrare a scuola e sempre lei era lì ad aspettarci, fuori al cancello e noi, sulla strada del ritorno, saltellavamo con il cuore gonfio di una gioia talmente grande che a stento riuscivamo a trattenere. E si pranzava insieme a lei, a lei che per gran parte del mattino era stata ai fornelli e aveva cucinato con amore, ingrediente senza il quale l’intera vita è insipida. E poi, dopo aver svolto i compiti, ci si metteva a guardarla mentre stirava o metteva ordine nei cassetti. E quanto erano lievi e soavi quei gesti e quanto non avevano mai il gusto della consunta abitudine… ogni volta sembravano sempre nuovi, rinnovati dall’amore e dalla dedizione che solo una MAMMA sapeva donare all’intera famiglia. E quando si avvicinava il momento di andare a letto, le si chiedeva la fiaba per addormentarsi e lei era sempre lì, sarebbe rimasta sino a quando i nostri occhi sarebbero scesi sui sogni…e al mattino era lei la prima persona a dirci “Buongiorno!”, con un sorriso che solo la MAMMA ha…